Note:
Come per altre, nella tradizione dell'Islam il cerchio - senza inizio e senza fine, compiuto e perfetto - è espressione del mondo interiore e segno dell'assoluto.
Simbolo tuttavia supremo dell'Islam è la "Ka'ba", un blocco quadrato che rappresenta il numero quattro, espressione ed essenza di stabilità.
(Alla Mecca, già Madre della Città ed Ombelico della Terra, Maometto distrugge tutti gli idoli, salvo la Pietra Nera squadrata a cubo, simbolo del patto tra Dio e Abramo. Da allora, la "Ka'ba" è al centro di un cerchio bianco, e i pellegrioni vi tracciano intorno un moto circolare continuo e ininterrotto, in una itinerante devota preghiera che spesso esaudisce un voto ed un pellegrinaggio unico nella vita).
Nella concezione degli edifici religiosi, il quadrato e la tetrade (di elementi geometrici e strutturali, oltre a decorativi e floreali) sono funzionali alla determinazione dell'impianto planivolumetrico dell'ordine inferiore,
espressione del mondo terreno.
Sopra, coperture più spesso a cupola, risplendenti di mosaici o di lamine dorate, testimoniano - come sotto il cielo di Gerusalemme - l'unicità di Dio.
La ricostruzione con grafici, sopra illustrata, evidenzia il passaggio dalla maglia quadrata (dalle due direzioni terrene / dai quattro punti cardinali / dagli angoli della terra)
al cerchio (con al centro la proiezione della verticale, simbolo dell'asse cosmico). Il cerchio ingloba il quadrato di base, all'origine della composizione dell'organismo; ma vale ricordare che a sua volta il quadrato
di base è determinato dal diametro della cupola, che per secoli ha oscillato tra i 18 ed i 22 metri, derivati forse dall'economia di bacini di servizio limitati ed agricoli.
La sala su maglia quadrata si addice a riunire i fedeli e a guidarli intorno alla sacra roccia con una rotazione simile a quella della Mecca; così come la cupola (leggera, lievitata) è la forma più degna a guidare l'intelletto
e i sentimenti lungo l'asse cosmico, verso l'intuizione o la percezione della perfezione divina.
L'organismo architettonico coniuga il quadrato e il cerchio - il cubo, la semisfera - su livelli distinti e sovrapposti, mediati dagli ambulacri e dal cilindro del tamburo centrale.
L'area centrale totalmente impegnata dalla sacra roccia funge da interregno tra lo spazio rituale e il sovrastante spazio della cupola (della divinità).
A sua volta, il tamburo centrale - coincidente con la metà inferiore della sfera virtuale che inviluppa la cupola - è il luogo della mediazione tra lo spazio basamentale, a sviluppo orizzontale (della terra, del corpo)
e quello sferico (del cielo, dello spirito).
Il processo è simile a quello della "qubbah", il mausoleo con cupola sulla tomba dei santi.
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Appendice ad
Architettura e Psiche
Anche per l'Islam il cerchio e il quadrato destano l'idea del movimento, della vita e del cambiamento. Le due figure, astratte, isotrope, irriducibili, evocano il cielo e la terra. Simboleggiano la dialettica tra l'aspirazione del Sè alla trascendenza e i limiti della condizione umana (e tra l'archetipo della divinità e l'archetipo della totalità);
_ sovrapposti, celebrano nell'arco di trionfo l'ordine formale, l'autorevolezza, l'eroismo, la santità, un passaggio notevole.
_ accostati a formare un'esedra, esaltano nel fuoco di uno spazio figurativo e mentale immagini simboliche o eccezionali.
_ composti, con centro ed assi coincidenti, esprimono in segni simbolici - in giudizi di valore e relazioni innovative - proiezioni derivate dagli archetipi;
contenuti e manifestazioni permanenti dei caratteri fondamentali (razionali e irrazionale) della psiche, che nel caso della Moschea di Omar tramandano e rinnovano nella razionalità dell'organismo architettonico e nei suoi elementi figurativi pensieri, sentimenti, intuizioni e sensazioni ancora meravigliosi e felici:
_ il cerchio, che comprende tutto, identifica la psiche universale con quella personale (la divinità, la perfezione o il bisogno di spiritualità con l'anima personale);
_ la quadratura del cerchio, estensione della psiche personale in psiche universale, identifica il Sé nella totalità (ossia, l'anima personale in compiutezza, in appagamento del senso della vita).
In sintesi
Il livello inferiore della moschea, isotropo (assi e diagonali tutti simmetrici, e direzioni cardinali segnate dalle porte), centrato sul ruolo materico e simbolico della sacra roccia, si esprime come proiezione dell'Archetipo della Totalità
(della terra, del creato).
Sopra, i caratteri di una architettura smaterializzata dalla risorgente testimonianza di fede ascendono per un tamburo ritmato dal movimento di ventiquattro finestre alla volta di una metafora celeste;
fino ad un catino il cui cromatismo innervato dal movimento di mosaici incrociati, convergenti negli anelli dorati del vertice troverà beatitudini altrettanto celesti solo secoli dopo, nel XXIII canto delal Divina Commedia.
In questo spazio, l'anelito della psiche a sapere del senso della vita si acquieta, e il latente desiderio di perfezione dell'anima si immedesima nel bisogno di spiritualità e nelle promesse e
appagamenti insiti nelle proiezioni dell'archetipo della divinità.
V V / 2009
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