Valter Vannelli, PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi, Edizioni Kappa, Roma 2002 Valter Vannelli, 1946 e dintorni, immagini della memoria, 2006 _ Antologia / Poesie e composizioni grafiche (1970-2002) _ ed. 1998, agg. 3 .2009



Valter Vannelli
PAROLE E IMMAGINI, d'ieri ed oggi

Edizioni Kappa, Roma 2002 _ 11 x 18, pagine 136
Poesie e disegni _ ISBN 88-7890-457-0

Due pagine
Poesie_parte prima
Poesie_parte seconda




Voce dell’anima è la parola
che come lama ferisce
illumina nel buio
lo spirito solleva.

La parola, 2000



2003 /agg. 3_2009

vv@valtervannelli.it


       Due pagine


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Roma 1952-54
disegni dal vero



     Sono nato nel 1931 in Toscana, quando c'era la campagna, c'erano i grilli e le lucciole, e d'estate tra profumi di frutta le cicale stordivano i sordi. Mi sono accorto di me scoprendo il cielo dal giardino di una piccola casa, a Pescia, tra una collina verde d'ulivi e la vista aperta, oltre gli orti di un convento, sulle ultime case della città, a valle del fiume.
     C 'era luce, silenzio, pace.
     I giochi con i cugini, rari, erano una festa; ma anche da solo stavo bene. Guardavo il cielo, avevo da fare e c'era un fratello più piccolo.
     Del dopo ricordo la noia della scuola, la tristezza dei collegi, i traslochi, le angustie di mia madre, la guerra, gli sfollamenti. Ma anche il verde e i silenzi della montagna, le corse tra i viottoli e i fossi della piana; e le scorribande nei frutteti, tra i soldati tedeschi, i cannoneggiamenti, il passaggio del fronte, l'attesa e l'arrivo rumoroso e felice degli americani.
     Il freddo, gli stenti, le scarpe di legno, la ricerca di un tetto non erano tutto. Neppure i due giovani visti appesi ai lampioni della chiesa di Montecatini, e neppure i crimini nazisti, commessi tutto intorno, e il sapere poi dell'atomica e degli stermini nei lager, che per anni mi terrificarono e a lungo mi distolsero dal sonno.
     Il peggio è stato dopo il passaggio del fronte. Da una stanza all'altra di case diverse, con quattro carabattole, un gatto e due quaderni, la vita normale degli altri era un'offesa alla fame ed alla mancanza d'ogni cosa. Più del digiuno e delle inquietudini dell'età, a urlare la rabbia era lo sgomento della giovinezza sprecata, l'essere fuori dal mondo.
     Nel 1946 siamo sfollati a Roma, e sono ricominciati gli anni di collegio, quattro da convittore e quattro da istitutore, passando dopo gli esami di maturità dai banchi alla cattedra delle stesse stanze. E' stato allora, in quei lunghi anni senza fine, che di notte ho cominciato a sognare quello che di giorno non si poteva aspettare.
     Così mi sono ritrovato grande, senza saperlo e senza esserlo. Nel '49 ho conosciuto otto ore mio padre, che di lì a poco se n'è andato del tutto.
     Nel chiuso del collegio ho avuto tempo per riflettere. Speravo anche e confidavo nell'intuito; ma c'era la paura, tanta, di non farcela. Inoltre, ero sempre più scosso da voglie e sentimenti, per i quali - raggiunta finalmente la maggiore età - negli sprazzi di tempo libero correvo e sognavo come un pazzo. Da istitutore ho studiato, ho conosciuto Roma, mi sono appassionato a tante cose, ho vissuto con gioia momenti di fede, è tornata la fiducia nella vita, mi sono sentito più sicuro di me.
     Un mattino, per ribellione all'ennesima angheria, ho piantato su due piedi il lavoro del collegio. Non avevo esperienza di sorta, ma un giorno dopo l'altro ce l'ho fatta, e allora in breve ho capito la lezione un po' incosciente che premia il coraggio e il credere in sé stessi e in ciò che si fa.
     Al momento giusto ho conosciuto mia moglie, e il resto forse potrebbe dirlo lei, che a volte mostra di conoscermi meglio di me.
     Quello che manca lo dico in due parole.
     Ogni momento della vita può comprenderla tutta, poi che niente sfugge a come è stata la prima età.


    Roma, 1999




da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi, Roma 2002, pp. 7 - 8


| INDEXPUBBLICAZIONI | CURRICULUM |








Valter Vannelli
1 / Parole e immagini d'ieri ed oggi / 1948 - 1965

2004 / agg. 3_2009

vv@valtervannelli.it


  PARTE PRIMA (1948 - 1969)

Come luce

Forma del pensiero,
segno e accento di vita
che scuote le fronde
ed in nuove armonie
i voli e le onde ricompone,
sorge come luce la parola
e si disperde
dal fondo dell'anima.


2000

Ave

D'ogni alito di vento
d'ogni goccia che scorre
d'ogni foglia che spunta
d'ogni essere che nasce
sotto il sole che sorge
sopra i sapori della terra
prima d'ogni tempo
è fatto il suono del mondo.


2001

E vola

Nell'attesa, il silenzio urla
più d'una voce rappresa
che al colmo della chiusa
si schiuda a cascata.
Più della distanza,
il tempo allontana ogni cosa.
Più del tempo,
il silenzio che dura senza fine.

Giovane donna, amica,
abbi cura di te, e vola.


2000

parte prima

Maggio

E’ maggio, il mese in cui nacqui
e che adoro.
Da me lontani sono i prati amati
verdi per fresca acqua pungente
e per i rivi.
L’aria pura dei colli per le valli
rigogliose e liete
non più mi è nota,
né di correr e rimirar cantando
opre e campi, boschi ombrosi e uliveti.

Allor fanciullo sotto il ciel sereno
vaghe cose sognavo,
amor puro e gentile,
una fanciulla mia
e i tesori della Natura
che inconsciamente amavo.


marzo 1949

Giovinezza

Sei tu giovinezza a me si cara
che sempre sogno te seguendo amore
come fanciulla d'ogni virtù ornata.

Sei tu sì dolce, e la vita amara,
che invan domando e studio entro il mio cuore
di far che gioventù mai sia passata.


marzo 1949





Grigiore, 1949


da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002









Grigiore

Freddo pungente
vento secco
noioso
insistente.
Animo triste velato.


marzo 1949

L'attesa

Passano lenti i giorni
monotoni
uguali.
Passano com'essi gli anni
davanti al mio studio
in grigia nube e spessa
rapiti.
Le mani al dorso strette invan mi ribello
e di me stesso pur molto ignoro
e di Colui cui devo se in vita sono
dubito.
Con gli occhi ardenti fissi nell'animo
mi scruto
e studio quel che di Natura mi scuote i sensi
anch'essi incerti, dal chiuso delle stanze
tormentati.
Pace imploro e pur letizia
per quest'ore che tesson la mia vita
perch'io non sfugga tempo atteso e dovere
e, stanco, fede non presti al domani.


marzo 1949

Il vuoto, 1949 da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002



Il vuoto

Una cupa noia afferra gli animi
li stira induriti
batte, s'attenua
sembra trarre lontano l'ali pesanti
e più viva riappare.
Invano si scuoton le menti
con vaghi pensieri
e si premono le fronti vuote.
Muti scheletri tristi
ad ogni spigolo di penombra orlato
gli occhi volgiamo,
gli occhi della mente.
Intorno tutto tace, e in noi.
E se un pensiero s'appiglia nella scabra rete
nel vuoto scompare.
Batte il silenzio i tocchi duri
nell'ombra.
Spersi, si rifrangon lontano.


novembre 1949





Ottobre, 1950


da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002






Ottobre

Azzurro sereno d'ottobre sulle ville romane.
Ombre violente e fresche di piante e monumenti.
Fonti, al sorriso dei fanciulli generose.
Sopra marmi e scalinate
vaghe nubi leggere, e cielo.
Sui volti e contro i corpi
lieve brezza pungente
e scintillio di luci riflesse.


ottobre 1950







Il tempo

Il Tempo si annulla gelido
come ghiaccio al sole.
Sospeso al tepore della vita
ogni istante
mi eterno anch'io.


dicembre 1950

Villa Adriana

Pietre
pietre senza nome
nude nella vostra natura
fredde nei colori
vive pietre
dagli spigoli aguzzi
vecchie di storia
sulle facce solcate dall'uomo.

Pietre di Villa Adriana
turgide e fresche
rovine di marmi
armoniose
di fonti leggiadre e lievi
di archi grandiosi
di corti e stadi severi
or preda sprezzata
di bifolchi e armenti
io con voi
pietre sature della pioggia dei secoli
io con voi
piango.


dicembre 1950





... frammenti, 1950


da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002



... frammenti

Mondo, io maledico ogni tuo credo
ogni tuo stelo
la vita
e chi mi diè
che pure è bella
....

Ma io tremo
e veglio.
Non io fuoco vorrei
che tanto bramo d’amare
né so dire di quel ch’io provo
né dei pensieri
che l’un clemenza e l’un tempesta
e sogni e piacer
e cupide voglie
ed aliti di libertà
trattiene.
....

Non più ragazzo
guardo di fuori la vita con amarezza.
E son lontano da tutto
e da me.


dicembre 1950

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002

Richiami

Tristezza di un nome di bimbo
ripetuto, solo, sospeso
nei minuti del vespro.
Riporta ad anni lontani
quando quei sentimenti
ci prendevano la sera
solitari in un giardino
dietro i voli delle rondini
sordi ai richiami della madre.


1951







Stupore, 1952











Stupore

Si staccano le foglie
sospese a un fil di vento.
Migrano lente,
cadono una ad una
rigide e smorte,
una e poi mille e cento
tante e tante.


novembre 1952




Un dono, 1983







Valter Vannelli
2 /Parole e immagini d'ieri ed oggi / 1983 - 2002

2004 / agg. 3_2009

vv@valtervannelli.it


  PARTE SECONDA (1970 - 2002)


Un dono

Se sopra un campo di grano
una sera di luglio
ti fa segno una piccola luce,
seguila;
è un gioco del tuo talismano.
Se in cielo una notte d'estate
dal nulla si accende una stella,
prendila;
è un gioco del tuo talismano.
Se nel tepore del risveglio
fresca e leggera
senti la mano di Ernesta
che al giorno ti chiama,
non ritenere le parole;
non è un gioco,
è un dono del tuo talismano.


marzo 1983





Ogni volta che l'intuizione premia il sentimento
la forma del ragionamento è soluzione.


1984

Tepore

Il sottile calore dorato
che il tuo corpo di luce riveste
la mano rende leggera
e la mente al sonno dispone.


1991







Laude, 1998

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi, Roma 2002





Laude

Alle pietre di Gubbio,
città nobile e antica,
ad Elena,
che dell'età sua
azzurra e luminosa
tra quelle mura
la bellezza vive,
alle grazie e virtù
al garbo e senno
della giovinezza,
che la mente inquieta
e l'animo consola.


maggio 1998



Le rondini

Quando nel cielo senza fine
nel seguire il volo delle rondini
scoprii me stesso
mai come allora con stupore
fui immerso nel mondo che specchiavo.
Il giorno dava certezza
la sera inquietudini
la notte paure acquietate dal sonno.
Le lucciole brillavano nel buio
fuori dell’uscio
e fioche in casa nel bicchiere
per un soldo di rame.
Mandavo al mattino
giù di fretta il latte e il pane e via
a star dietro a libellule e farfalle
a far di verso a merli galli e rane
ad addentar frutta acerba dal ramo
a scambiare delle tasche il tesoro
di fionde d’ulivo sassi rotondi
figure colorate e schegge strane.
Poi venne il tempo di non scordare
il volto accalorato e bello
della cugina, non più bambina.
E quello dei grembiuli e degli uggiosi riti
che spenge il sorriso e rompe ogni incanto.
Era un mondo fatto di poco, anche bacato,
come le rondini, perso del tutto.


settembre 1998

Ad Ernesta, 1998

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi, Roma 2002





Ad Ernesta

Fronde e sentieri tra boschi e ruscelli,
ombre silenziose ed acque quiete
attraversate dal sole d’estate,
trattengono i tratti freschi e leggeri
d’incontri innocenti, di sentimenti
portati per mano e detti con gli occhi,
di stupori e tepori profumati,
d’inviti rincorsi e trattenuti
tra erbe ondeggianti e muschi colorati.

E’ oggi un dono scoprire quei tratti
quando ricordi com’eri bambina.
Eccitata, ascoltarti a dir di cose
- della casa e dei tuoi, dell’Arno in piena,
dei giochi, dispetti e lacrime felici -
è ritrovare un’età non vissuta davvero,
e tanto desiderata.
E se la tua mano alla mia è unita
immagino noi adesso, come allora.


settembre 1998



Tormenti e gioie

Tornare a sentimenti antichi
quando l'anima inquieta
calore, luce e tratti chiede
di un'altra età, ed a sè rivendica
la sua giovinezza,
è sorgente d'un profondo soffrire.
E' duro non essere come d'ogni fibra
appare al sentire.
E' alla natura avverso scuotere sensi
sogni risvegliare
e senza scampo l'anima esiliare
in sembianze che vive sono
ma non per l'altra età.
Ogni cosa in me si ribella,
scuote natura e psiche.

Ed ecco, appresso alla bella voce,
Ernesta mi sorprende divertita;
indossa vesti dismesse e allegre,
intorno a sè piroetta giocosa,
libera i capelli, poi li scompiglia,
e girando nella gonna vermiglia
l'a me caro profilo svelta scopre
in movenze lievi e gesti leggeri.

Quale dono è l'allegrezza sua
alla mia non domata irrequietezza.


giugno 1999



Il buio, 1999

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002





Il buio

Sciolta la treccia nera
lungo le spalle brune
a letto s'incantuccia
poi svela e trafelata,
le braccia allor protende
nel buoio intimorita
come la ragazzina
che ride d'esser stata.


giugno 1999
L'arcobaleno

Poi che una vita se n'è andata
pene e gioie ogni giorno vanno
come il tempo: il brutto ha fine,
appare allor breve il sereno.

Raro è cogliere la speranza
sgorgare dall'anima, viva,
come da pioggia e sole sorge,
meraviglia, l'arcobaleno.


giugno 1999



La vela, 1998

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002






La vela

Quando la balumina il vento morde
e al traverso l'onda schiumando insorge
tra gli spruzzi si tendono le vele,
vivaci e piene, come per volare.

Sartie e timoni senti allor vibrare
e bruciar le scotte, l'acqua t'invade,
il sole in ogni dove e in te scintilla,
gli scafi vedi fendere e saltare.

Tanto è viva l'emozione d'essere,
liberi, tra cielo terra e mare,
che a seguir l'onda ti lasci andare
ed orzi e poggi e plani tra acque e venti
finché ridente, abbacinato e sazio
uno con la natura tra lor ti senti.


giugno 1999
Trasparenze

Veleggio sulle acque azzurre
del lago, intense di luci,
nel silenzio incantato.
Serena è la cinta di colline
e dei borghi arroccati
sullo specchio increspato.
Tra riflessi folgoranti,
inebriato,
incido flussi e brezze
di cristallo e diamanti.


giugno 1999







Paesi, 1999

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi, Roma 2002




Paesi

Alti su colli e rocce
a stella sul cono del lago,
antichi, stanno tre borghi.
Il maggiore è Bracciano,
steso sul crinale
l’adombra il castello.
Anguillara minute case
dal cupo promontorio
sgrana sul porticciolo.
Sotto pietre stremate,
raccolta è Trevignano
tra sponde assolate.

Azzurro, tra rocce scoscese
il lago ne culla le rive,
vegliato da brezze leggere.


giugno 1999
Piatta

Incerto nella foschia
il cielo si fonde con le colline
e lo specchio argenteo
velato da bave di vento,
avare, del lago.
Stanche, vele allo sbando
sfuocano incerte
riflessi informi
sotto il profilo oscillante
di barche stagnanti.


giugno 1999



Gioia di vivere, 1999

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi, Roma 2002





Gioia di vivere

Tra le pance d’un branco di somari
assonnati, lenti,
grandi gli occhi neri e miti,
sgambetta un cucciolo felice
sgroppando come marionetta
nata senza fili.


(DK) agosto 1999







Nostalgia, 1999

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi, Roma 2002





Nostalgia

Che anima e senso
al mutar d’aspetto
restassero uguali,
non c’era speranza.
Orgogli, pulsioni,
piaceri, pene
e vogli d'altre età
ora non so quietare.

Vivi sono i sentimenti,
i sogni, i desideri.
Vivi davvero, quelli.
Ben altra la tensione,
gli impeti, i vigori,
gli slanci della mente.
Avara e stizzosa
si fa ogni cosa,
l'immagine tradisce,
la forza inganna,
la mente s'impunta
su quattro pensieri.

Temo al mattino
il gesto seguito dall'occhio,
la voglia di fare
che, ecco, si stanca.
Delude di giorno
il tempo bruciato,
il distacco d'incanto
dalle cose di sempre.
Sfinisce nel buio
la mente allo sbando
che nell'ore d'una notte
srotola una vita.







Poi che l’ieri si perde
nel rivolo di giorni uguali
e che remoti affetti e obliate cose
sempre più distanti
la mente gelosa reclama
e poi confonde,
come rena tra le dita
sottile si sgrana la memoria,
il tempo ogni dì si defila
e, nel fissar più lontano,
nel volger del nulla,
l’attesa ha fine.

...

Un passero lì fuori saltella
in cerca di qualcosa.
Beve da un vaso, si scuote,
e come s’è posato se ne va.


settembre 1999











Assonanze, 1999

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi, Roma 2002





Assonanze

Bianca e tesa è la vela e fende il vento,
e svelta tra gli spruzzi e sopra l’onda
la barca plana e libera s’invola
sullo specchio del lago.
Vibra il timone, leggero,
e brilla di luce la scia di poppa.
E’ vera gioia andar senza meta
tra i raggi del sole, al traverso,
scheggiati dall’acqua
in miriadi di stelle.

Come in odi e sogni,
rifugi un tempo amati,
di un’età non lieta.


settembre 1999



Fantasie

Sottovento, in ombra alla randa,
spinto da brezze danzanti
seguo la scia, e vago
per mari e terre che non ci sono.



settembre 1999








Ebrézze e incanti, 1999

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002






Ebrezze e incanti

Stringo il vento nel silenzio più vasto
tra miriadi di uccelli cullati
sull’acque distese del lago.
D’un tratto, uno dieci e cento
e più gabbiani spiccano il volo,
nuvole d’ali sbattono intorno
e di concerto s’alzano radenti
con grida acute e striduli suoni.
Saltellano a lungo i più lenti
tra scie di schizzi per levarsi in volo.
Alto sul collo, le folaghe roteano il capo
e si tuffano con le palme al cielo.

Ed ecco, piume al vento e zampe tese,
flap faflap .. flap faflap .. splash splaplash
di lì appresso ogni uccello ora si posa,
uno, poi mille e cento, al sole, immoti

come ninnoli di porcellana.


settembre 1999



Un attimo e via

Il plumbaco in fiore scuote le foglie,
un ramo si piega, tra tanta quiete
d’un tratto tentenna.
E’ un passero che svolazza, lì fuori,
in terrazza, e s’aggrappa a capo chino
a uno stecco di bambù.
Sbatte la coda e rotea gli occhi, a scatti,
intorno, su ogni cosa.
E’ un attimo, che secco becca un bruco,
scuote le penne, e subito s’invola.


settembre 1999







Come in sogno, 2000

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002






Come in sogno

Inquieto
nel silenzio della notte
ascolto il fluire del tempo
che di sabbia sottile,
come in sogno,
colma d’un tratto il vaso della vita.
In attesa
alla luce della mente
svolgo gli anni uno ad uno
come l‘acqua che scorre
s’acquieta tra le canne
alla foce del fiume.


febbraio 2000



Girotondo

La vita è come una palla,
una bianca piccola cosa
stretta tra le mani
un tempo leggera
che se la lasci
un bimbo in attesa
- quanto grande per lui,
che luce negli occhi -
afferra.


marzo 2000



Due cose

Due cose rinnovano la pena
di un desiderio da sempre amico,
soffrire la giovinezza
cantare la vita.


giugno 2000



Il melograno, 2000

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002






Il melograno

Dire di te
è aprire un cestino
ricco di perle
vestito di spine,
è bere a una fonte
tra rocce taglienti
che celi sorprese
piene di doni,
è mordere un frutto
aspro e rugoso
che succhi e profumi
offre e rinnova.


(ad Ernesta)
estate 2000
Sul surf, senza fine

Planare sull’orlo dell’onda
che piena rincorre la riva lontana
finché stremata s’infrange con sordo rumore
e risalire l’altra che lenta s’ingrossa
- ecco che rompe e schiumando ricade -
è sentire il tempo una fola,
la natura che resta, e tu con essa
se onda ti senti, e vento e mare.


giugno 2000



A vela in due, 2000

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002





A vela in due

Tanto risuona la voce d’Ernesta
all’ombra della randa sottovento
nel ricontar gli spasimanti antichi,
nel dir di pianti sgarbi e suoi dispetti,
d’attese loro e gentilezze vane,
che altrove svolazzano i gabbiani.

Resta giusto una folaga smarrita,
piume al vento e lenta a zampettare,
che incerta drizza il collo, a scatti
il capo a dritta e a manca gira,
in un attimo si tuffa, è sotto,
emerge lontana e più in là scompare.


giugno 2000



Come rena, 2000

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002






Come rena

La promessa tien desta la memoria
fintanto è vivo e forte il desiderio
che ad arte ne produsse la parola:
impegna l’anima, il tempo la cancella.
La memoria è come una promessa
sospesa nel vuoto, persa per strada,
che sfugge tra le dita come rena,
nel silenzio, senza una parola.


settembre 2000



Come luce

Forma del pensiero,
segno e accento di vita
che scuote le fronde
e in nuove armonie
i voli e le onde ricompone,
sorge come luce la parola
e si disperde
dal fondo dell’anima.



settembre 2000




La parola

Voce dell’anima è la parola
che come lama ferisce
illumina nel buio
lo spirito solleva.



ottobre 2000




Il suo calor m'acquieta, 2000

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002







Il suo calor m'acquieta

Ancora, nel riandar trasognato
tra borghi e campi in Casentino
intrecciati agli umori dell’Arno,
l’attesa mi scuote del tuo seno.
Sotto la blusa fresca di bucato,
teso come frutto che al sol si volga
tra frondi estive e suoni di cicale,
il suo calor m’acquieta e sa di buono.


2000



Il silenzio

Nell’attesa, il silenzio urla
più d’una voce rappresa
che al colmo della chiusa
si schiuda a cascata.

Più della distanza
il tempo allontana ogni cosa.
Più del tempo
il silenzio che dura senza fine.

Giovane donna, amica,
abbi cura di te, e vola.


2000



Un seme, 2000

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002






Un seme

Sempre più presto ancora si fa sera
e nel silenzio che avanza e dal fondo
ricopre le memorie d’una vita
sorge sottile un seme di speranza;

che i moti, che tra cielo terra e mare
tra luci e venti creano forme e suoni
e fanno eco a pene e canti delle genti,
siano voci arcane d’un immenso coro.

S’invola chi sa dove il desiderio
e sorride la mente al vano affanno.
Vaga la psiche mai sopita e quieta
tra ombre sfuggenti e spazi trasognati.

L’anima resta e d’essere reclama
oltre il finire d’ogni cosa.


dicembre 2000



La sera

Cala la luce lenta nella sera
e nel buio che sordo avanza
e nel nulla avvolge ogni cosa
spunta stupito un lume di speranza,
che oltre il velo del mistero
su giorni e notti deste e senza fine
ci sia più luce, colore e accento
d’ogni concerto, d’ogni lontananza.


gennaio 2001



Perché? 2001

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002






Perché?

Il tuo furore, o donna, è come lava
che dell’amor travolge ogni sembianza
il senno ed il garbo in dispetto muta
ed ogni porta sbarra alla speranza.


gennaio 2001



La rete

Se nella rete di un sogno
scopri che il giorno è andato
e non sfuggi a una fine
di cui non sai nulla

oltre il respiro mozzato
nel petto che schianta
l’urlo senti dell’anima
e il silenzio che avanza.

Se desto, in nuovo stato,
acerba e cruda la pena
ogni fibra scuote e morde,
e come in sogno t’incatena,

è perché la rete è la stessa
e uguale il gelo dell’ombra
che non conosce stallo
e d’avanzar non cessa.


gennaio 2001



Ave

D'ogni alito di vento
d'ogni goccia che scorre
d'ogni foglia che spunta
d'ogni essere che nasce
sotto il sole che sorge
sopra i sapori della terra
prima d'ogni tempo

è fatto il suono del mondo.


febbraio 2001











Una danza, 2001

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002






Una danza

Sul tuo petto ancor oggi come allora
ha tregua d’ogni giorno l’affanno,
quando acerba e ansiosa era l’attesa
e accesa la speranza nel domani.
Ora che indietro la mente si volge
e i riposti pensieri come fili
senza nesso dipana, e come sassi
scalza da greti e rivoli lontani,
ogni cosa è la stessa e tutto è segno
d’ombre e luci che mimano una danza
sulla soglia d’una stanza ove il vero
si cela in forma di mistero.


marzo 2001



Senza verso

Luogo o sogno non sfuggono la pena
che lima la fiamma d’un cerino
fino a quando ogni lume si spenge
e all’illusione cede la speranza.


giugno 2001



Chimere, 2001

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002






Chimere

Tante volte, quando in miriadi di stelle
il sole si rifrange nelle acque del lago
e sotto un cielo lucente nel silenzio amico
colline e paesi mi danzano intorno
riflessi da luci splendenti,
quando ogni pena si spenge d’incanto
nell’animo spinto da vento leggero,
mi chiedo dove sei
per darti questo.


luglio 2001



Ritorno

Vorrei perdermi,
tra gli odori d’estate,
all’ombra del tuo seno,
nel ventre che avvolge il mistero
che dà vita alla vita.


agosto 2001







Miraggio, 2001

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002






Miraggio

Ci si sveglia alla vita
in una bolla iridata
che volteggia alla luce,
illude e se ne va.
Sorpreso dal gioco,
rivolto al nulla e solo,
dispera ognun nel vuoto
del suo chiuso deserto.


agosto 2001




Al nulla

Come cane nella notte
ululante alla luna
l’anima scruta il cielo
per un moto di speranza.


agosto 2001



Estate

Al sole, aspro violino che incanta,
alte nubi bianche tra lor fuggenti
lampi e accese lame di cristallo
come suoni rifrangono nell’acqua.

Oltre le vele graffiate dal vento,
nel moto nascente d’arcani riflessi
sull’onda che avanza e presto si schianta,
danzano gli dei tra mille colori.


agosto 2001



Amico mio, 2001

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002






Amico mio

Conosco un animale
sordo e grigio,
grinzoso più di un geco:
il mio pisello.
Il piglio socchiuso,
smarrito, paziente,
sulla soglia, d’Ulisse,
il ritorno attende.


agosto 2001



La condizione

Immagine di un mondo senza fine,
che riflesso dal mistero dei cieli
si contrae tra le pieghe di un tempo,
l’anima ammira stupita
smarrita nel proprio specchio
il nonsenso di una vita.


febbraio 2002



Minute cose

Stretta e cara è la memoria
d’un’età breve e delle minute cose
scoperte per gioco, al sole,
sulla soglia di casa.
Quando da scatole di stagnola
la fantasia traeva figure arcane
e, poi che volgeva gli occhi ai suoni,
inseguire il volo delle rondini
la mente apriva d’incanto
a gesta e sogni senza fine.


febbraio 2002



Esser preso, 2002

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002






Esser preso

Al pensiero che l’immagine chiama
e i tratti delinea della sua figura
finché nell’intimo l’ascolta e impersona,

a quel tormento che dapprima accora
e con note dissonanti e accese
in armonia al cosmo al fin ti pone

l’anima si desta ed è presto amore.


febbraio 2002



... figure fragili

Del vento la voce,
del sole la luce,
del mare il canto,
tra zoccoli di cavalli
scalpitanti su aspre
rocce roventi
ed eriche fragranti,
conosco.

Si scopre il mondo
presto al mattino
e l’anima dà certezza
di sé e delle cose.
Del filo all’altro capo,
figure fragili, sottili
come segni di vento,
sfiorano le sabbie del lido.

Qui ora di me
più cose intendo,
non il perché.


marzo 2002



Quel dove, 2002

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002






Quel dove

Se della sua figura il desiderio
come foco l’anima accende,
galeotto è pur quel luogo
che amor desta e noi comprende.

D’attese lusinghe e cari affanni,
tra luci e suoni sfioriti da anni,
d’ogni incontro sofferto e lasciato
quel lume amico non va scordato.

Ivi, la bellezza che l’anima sorprende
nella vaghezza che unisce e accora
l’uno e l’altra di sogni riveste,
di se fa spoglie e l’amor consente.


marzo 2002



Dimmi, che sai?

Chi sei, Daimon, se non muti il destino?
Al fato, che sospinge il cammino
e non dice ove vada il nostro andare,
di miti e riti arcani il giorno intessi
che i segreti sogni non sanno dipanare.
Perché l’io si formi e la persona accetti,
il carattere tempri, l’immagine disegni,
l’amor di sé sopra il tempo e l’identità
sostieni, gelosa, oltre ogni altra cosa.
Se poi la psiche svegli, la mente ansiosa
tra gli spazi della ragione e del profondo
i passi alterna, e più non riposa.
Ma a che scopo premura siffatta
e piegar se stessi a legge tanto dura,
se un pugno di rena un nome attende
che nel nulla da un domani già si perde?
Al timore cedono infine i desideri,
e l’urlo dell’angoscia su dalla gola
strozzato sale, e nel gelo dell’anima
lacerato geme e nel vuoto rintrona.
Credimi, mio Daimon, non per gioco,
se vuoi per me che duri questa danza,
dimmi, davvero, se mi vuoi salvare,
tu, che sai della speranza?


aprile 2002



Psyche, 2002

da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002






Psyche

Sei passata nelle mie stanze,
schiva luce dorata,
come una farfalla;
un volo, e sei sparita.
Delle tue ali sottili
soave resta la grazia.
Sereno come luce di perla
di te resta il sorriso.


luglio 2002



Bracciano

Azzurro dio sognante
su spento cratere
magie e arcane memorie
il lago evoca, assorto,
vegliato da un coro di nubi
e brezze leggere.
Vanno luci e sussurri
tra colline ondeggianti
e rive incantate.
Vanno vele e gabbiani
all'onda e al vento
per un amore antico.


luglio 2002



Come ieri

Il fresco della notte
sulla pelle nuda
bruciata dal sole
è una carezza,
una lusinga garbata
fatta di vento.


agosto 2002



da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002





Un bene

Quando il moto del cielo
si specchia nel lago
e ogni segno presente
nella luce di un mondo
si perde, segreto e profondo,
l'animo sento ristare.
S'acquieta allor la mente
e fresco come brezza
un bene m'invade e sospende,
leggero, nel niente.


agosto 2002



da  PAROLE E IMMAGINI d'ieri ed oggi Roma 2002










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